Ecco cosa cambia per gli amministratori tra obbligo di invio dei dati per i 730/2017 e le nuove regole delle ritenute previste dalla legge di stabilità 2017.
Di seguito la tabella esplicativa degli adempimenti per l’anno 2017:
La nuova manovra finanziaria dell’esecutivo, ossia la legge di stabilità 2017, è allo studio dell’esecutivo che avrà il compito di vararla entro la fine del mese di Ottobre. La nuova legge di stabilità dovrà in particolare tener conto delle previsioni poco rosee per l’anno che verrà: nel 2° trimestre 2016 la crescita è stata pari a zero, e per il 2017 le prospettive poco felici non dovrebbero variare.
Tuttavia prima della scadenza per la presentazione della nuova manovra finanziaria il Governo inserirà gli obiettivi di finanza pubblica all’interno del Documento di Economia e Finanza, documento che dovrà essere varato entro il 27 Settembre.
Tra le proposte avanzate per l’inserimento all’interno del Def troviamo:
- Ridurre l’aliquota Ires al 24 % (misura peraltro già prevista nella precedente legge di stabilità 2016 e che pertanto dovrebbe automaticamente entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 2017);
- Proroga dei cosiddetti super ammortamenti (incremento al 140 %) per i beni strumentali (con possibilità di estendere la misura anche ai beni non strumentali);
- Vantaggi fiscali per il popolo delle partite iva, in particolar modo per i soggetti che rientrano all’interno del regime forfettario che prevede una aliquota sostituiva del 15 %.
- Riconfermare ed estendere la detassazione dei premi di produttività. In particolare l’esecutivo ha in mente di innalzare l’importo per il quale si ha diritto alla tassazione agevolata da 2.500 euro a 4.000 euro. Previsto inoltre l’innalzamento del livello massimo di reddito da 50 mila a 75 mila euro;
- Revisione dell’aiuto alla crescita economica (cosiddetta ACE). L’esecutivo pensa infatti di riproporre la misura anche in virtù del successo ottenuto dalla prima versione. Il nuovo Ace che troverà posto all’interno della legge di stabilità 2017 dovrebbe ulteriormente favorire le imprese che effettuano incrementi di capitale;
- Sempre come aiuto alle imprese l’esecutivo pensa di introdurre la nuova imposta sul reddito dell’imprenditore (IRI) oltre che prevedere il regime di cassa per le imprese che si trovano in regime di contabilità semplificata. Quest’ultima misura permetterebbe a tale tipo di aziende di tassare il reddito per cassa, con prelievo che avverrebbe all’atto dell’incasso del credito o del pagamento del debito.
- Riforma delle pensioni. Quello della riforma pensionistica rappresenta sicuramente il capitolo più corposo anche se tutte le norme probabilmente non potranno trovare posto all’interno della legge di stabilità 2017. Il nodo principale è proprio il peso sui conti pubblici delle novità previste in materia pensionistica: in particolare la manovra costerebbe circa 4 miliardi di euro, e le misure da applicare nella prossima manovra peserebbero per circa 2,6 miliardi di euro. Solo il prestito pensionistico (cosiddetto Ape) che consente di lasciare il lavoro con tre anni e sette mesi di anticipo ha un costo di circa 700 milioni di euro. Altri 500 milioni di euro derivano dalla ricongiunzione gratuita dei contributi che sono stati destinati a diverse casse previdenziali. Altri costi derivano inoltre dal riconoscimento ai cosiddetti lavoratori precoci (ossia quelli che hanno iniziato tra i 14 ed i 18 anni d’età) di un bonus per ottenere l’assegno pensionistico in anticipo.
Tuttavia la manovra così come inizialmente prevista avrebbe un costo di circa 15 miliardi di euro, soldi che il Governo Renzi potrebbe trovare grazie ad un innalzamento del rapporto deficit/Pil.
Per il 2017 tale rapporto è stato fissato al di sotto dell’1,8 per cento, ma l’esecutivo punta a mantenerlo al 2,3 % invocando i problemi finanziari derivanti dalla Brexit e delle clausole per le riforme.
Resta inoltre da vedere quali sono le reali intenzioni del Governo Renzi in materia di riordino delle detrazioni e delle deduzioni fiscali. Infatti il taglio alle agevolazioni fiscali è una misura più volte annunciata ma mai concretizzata.